lunedì 27 maggio 2013

DIARIO DI VIAGGIO #2

Tra qualche ora sarò a Parigi. 
L'ultima volta che ci sono stata avevo 17 anni ed ero venuta a lavorare in fiera per una lunghissima mostra mercato dell'industria tessile, non robetta da ragazze con tessuti e tendaggi, roba pesante, saloni sconfinati con giganteschi macchinari lunghi metri di quelli che si usano per ottenere le rocche di filo partendo dalle balle di fiori di cotone. Ero riuscita ad avere quel lavoro grazie a mio padre, anche perchè sapevo bene l'inglese e sono madrelingua croata, in più avevo appena finito un corso di francese di cui ora non mi è rimasto nulla in zucca. Con i soldi guardagnati in quei quindici giorni sono rimasta una settimana a zonzo. Ed è a Parigi, in quella settimana, che mi sono innamorata dell'arte contemporanea. Sono capitata per caso a Palais de Tokyo a una mostra con Ever is Over All di Pipilotti Rist, il lavoro che l'ha resa celebre (e che le era valso il Premio 2000 alla Biennale di Venezia l'anno prima, nel 1997), è il video in cui spacca i vetri delle macchine con un grande fiore tropicale. Wow.

Pipilotti Rist in Ever is Over All
Al mio rientro il destino aveva cercato di lanciarmi un messaggio, mi ero iscritta allo stage di orientamento per l'università chiedendo di andare in un ufficio di grafica o una fondazione di tutela dei beni culturali, invece, per un errore della segreteria, ero finita a fare lo stage in ospedale con tanto di tirocinio in una casa famiglia per persone con problemi psichiatrici. Forse è stato lì che ho sentito che non ero ancora pronta per una cosa così e che al tempo stesso mi si è insinuato il tarlo della medicina. Non lo so. Poi il numero della casa famiglia è simile a quello di casa dei miei e capitava spesso, oggi meno, che qualcuno si sbagliasse e chiamasse loro invece della struttura. Realizzo solo ora che probabilmente succedeva anche il contrario...

Il mio cane, Ici
Comunque, morale della favola, l'ultima volta che sono stata a Parigi non ero vegetariana, non salvavo gattini a destra e a manca, avevo appena ricevuto un cane dai miei ed ero vergine. Insomma non ero ancora me. Però facevo già fumetti, anzi erano gli anni del mio maggior fervore, quelli della prima fanzine, Pupak, con Paolo Cossi ed Emanuele Rosso.
Adesso ci vado perchè sto scrivendo un libro sui fumetti, ci vado da fanatica compulsiva della raccolta differenziata (la faranno la raccolta differenziata in centro a Parigi? Non sarà mica come Roma o Bologna, no?), da zia di una bimba bellissima e simpaticissima, Camilla, la figlia di mio fratello Sascia il filosofo, e senza che il mio cane Ici aspetti il mio rientro (mi ha lasciata il 4 marzo e ora sono sola qui ad abbaiare, mi manca da impazzire ogni singolo giorno, solo a vedere il sole che splende sul quartiere in cui facevamo le nostre passeggiate. Per fortuna oggi piove).

Le mie canzoni referite sono Je Bois Et Puis Je Danse e Elle et Moi
Intervisterò Romina Pelagatti e Alessandro Tota. 
Domani andrò anche a vedere il concerto degli Aline (per saperne di più su di loro, una bella recensione in italiano qui) con la mia amica Eleonora, che dai tempi delle superiori quando mi passò i Gorky's Zygotic Mynci è sempre un passo avanti nello scouting musicale e da allora, grazie alle robe fighe che mi consiglia lei, faccio bella figura in giro.
Chiudo questo post con la canzone che sto ascoltando adesso, La Forêt di Lescop. Mi piace molto anche il testo oltre alla canzone (e al cantante, ça va sans dire). Ho provato a tradurlo dal francese, ma non so se ci si possa fidare.


Lescop
La Forêt

Un colpo nella notte
Un dolore gelido fende l'aria
La foresta trema improvvisamente
Poi torna il silenzio,
Te ne stai lì muto
Poi pronunci la condanna
Parte il secondo colpo
E fa la differenza

Nella foresta ti incontro nel momento opportuno
Un appuntamento improvvisato sotto la luna
Sorrisi tesi, situazione complicata
Sento il tuo respiro sul collo
Una pistola carica mi carezza la guancia
Dici "questa volta sono io a giocare"
Nella foresta risuona il primo colpo
Uno, poi due, il mio corpo freme
Poi si accascia lentamente

Poi più niente, non un suono
Nessuno ha visto niente per fortuna
Per me ora è finita
E chi se ne frega, pensi!
Te ne vai
L'ultimo saluto
La foresta trema di nuovo
E mi godo il silenzio

Nella foresta ti incontro al momento opportuno
Un appuntamento improvvisato sotto la luna
Sorrisi tesi, situazione complicata
Sento il tuo respiro sul collo
Una pistola carica mi carezza la guancia
Dici "questa volta sono io a giocare"
Nella foresta risuona il primo colpo
Uno, poi due, il mio corpo freme
Poi si accascia lentamente


Il testo originale è questo:

Un coup de feu dans la nuit
Une douleur glaciale qui s'élance
La forêt soudain qui frémit
Puis s'installe le silence
Tu te tiens là assourdie
Tu prononces la sentence
Le deuxième coup est parti
Et fait bientôt la différence

Dans la forêt je te retrouve à l'heure opportune
Un rendez-vous improvisé sous la lune
Sourires crispés, situation compliquée
Je sens ton souffle qui me frôle le coup
Un pistolet chargé me caresse la joue
Tu me dis "cette fois c'est moi qui joue"
Dans la forêt la première détonation raisonne
Un coup de feu puis deux, mon corps qui frissonne
Puis doucement s'écroule

Plus rien, plus un bruit
Personne n'a rien vu par chance
Pour moi maintenant c'est fini
Et tout le monde s'en fout, tu penses!
E corri via
Tirant ta révérence
La foret de nouveau frémit
Et je profite du silence

Dans la forêt je te retrouve à l'heure opportune
Un rendez-vous improvisé sous la lune
Sourires crispés, situation compliquée
Je sens ton souffle qui me frôle le cou
Un pistolet chargé me caresse la joue
Tu me dis "cette fois c'est moi qui joue"
Dans la forêt la première détonation raisonne
Un coup de feu puis deux, mon corps qui frissonne
Puis doucement s'écroule.

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